Ed ecco a voi il primo capitolo di “Ice fantasy” che ricalca abbastanza fedelmente il drama da noi tanto amato. Per chi non lo avesse ancora visto consiglio la lettura
| Titolo originale | 幻城 |
| Titolo italiano | La città dell’illusione |
| Autrice | 郭敬明 (Guo Jingming) |
| Anno di uscita | 2003 |
| Casa editrice | 萌芽 (Mengya – germoglio) |
| Titolo drama | Ice fantasy |
| Fiori di pesco | 29🌸 (aggiornata il 19/05/2024) |
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Capitolo 1 – “Il mio nome è Ka Suo”
Molti anni dopo, fermo dritto sulla costa della Pietra Lianqiu, davanti al grande mare, davanti al mio regno, davanti ai popoli a me sottomessi, davanti al susseguirsi di prosperità e declino del mondo degli esseri mortali, e davanti agli uccelli delle nevi e del cielo, le lacrime scesero a rigare il mio volto.
Il mio nome è Ka Suo, sono cresciuto nella Foresta di Nebbia e di Neve insieme con una strega così vecchia da non riuscire a ricordare la sua età. Lasciava che la chiamassi Popo[1], ma lei al contrario mi chiamava Principe, il primogenito dell’Impero Huanxue[2]. Con me è cresciuto anche il mio fratellino, lui si chiama Ying Kongshi. Noi due siamo gli unici illusionisti sopravvissuti.
Il mio nome nel Codice dell’Arte dell’Illusione significa Città Nera, mentre quello del mio fratellino può essere tradotto come Spirito Illusorio. Abbiamo madri diverse ed un unico padre, il vecchio sovrano dell’Impero Huanxue. Il mio regale padre è il più grande sovrano che l’Impero Huanxue abbia mai avuto. Durante la Guerra Santa di duecento anni fa disintegrò quasi tutte le forze del clan del Fuoco sulla riva del Mare Ghiacciato. Ma quel conflitto inferse al mio clan danni quasi irreparabili, i miei tre fratelli e le mie due sorelle morirono in quella interminabile guerra durata dieci anni. Quindi siamo rimasti soltanto io e Ying Kongshi gli ultimi illusionisti del clan reale. Innumerevoli tra stregoni, astrologi e maestri di spada morirono durante le battaglie.
Quella spaventosa guerra è diventata, nella memoria di tutti, una cicatrice inviolabile. E anche nei miei ricordi rimane soltanto il fischio acuto del ghiaccio nel cielo e lo scoppiettio del fuoco sulla terra. Mentre il cielo era di un bianco vuoto e gelido e la terra era ricoperta di fiamme, io mi trovavo nel palazzo imperiale accanto al calore della stufa, avvolto nella pelliccia della millenaria volpe delle nevi, a guardare mio padre cupo in volto e mia madre con la fronte accigliata. Ogni volta che giungevano notizie di nuovi morti in battaglia il corpo alto e maestoso di mio padre tremava leggermente, mentre le lacrime di mia madre cadevano incessanti. Fuori dalle finestre il colore rosso delle fiamme era diventata l’immagine più vivida tra i ricordi della mia infanzia. Il suono di sottofondo a questa immagine, erano le urla di disperazione dei miei fratelli e delle mie sorelle, urla che ancora oggi ritrovo nei miei sogni, e durano un tempo così lungo che devo lottare per svegliarmi. Tutte le volte vedo anche Popo dai contorni sfocati e col viso invecchiato, che col suo palmo caldo e ruvido mi carezza la guancia e sorridendo dolcemente mi dice: “Mio principe, sono andati avanti per aspettarti, un giorno li incontrerai di nuovo.” Ed io gli chiedo: “Allora anche io morirò?” Lei sorridendo mi risponde: “Ka Suo, tu sei il futuro re, come potresti morire?”
Quell’anno io avevo 99 anni, ero troppo piccolo, non avevo nemmeno i requisiti per essere chiamato stregone, perciò, oggi che sono passati molti anni, i miei ricordi di quella guerra sono offuscati. E quando lo chiedo a Popo, lei con un sorriso che le ricopre tutto il viso mi dice: “Mio amato principe, aspetta di diventare re e allora ti sarà tutto chiaro.” Riguardo a quella guerra il mio fratellino non ricorda quasi nulla. Ogni volta che parlo della Guerra Santa, lui mi sorride senza ascoltare troppo, e con una espressione malvagia ma anche dolce in volto come quella di ogni bambino mi dice: “Il vincitore è il re, il perdente è il nemico. Fratello, questa è la legge del cielo, non devi essere triste.” E dopo che ha finito di parlare, si avvicina e mi bacia sulla fronte.
Io e Ying Kongshi in quel periodo fummo mandati in esilio nel mondo mortale per 30 anni, avvenne dopo la fine della Guerra Santa. Ricordo che dopo l’ultima battaglia, il clan del Fuoco era già arrivato ad attaccare la città Lame di Neve. In quei momenti potevo vedere i capelli e gli occhi rossi degli elfi del clan del Fuoco, potevo vedere in tutto il cielo il diffondersi delle fiamme, potevo vedere un numero infinito di stregoni del clan del ghiaccio disciogliersi nel fuoco. Ricordo che ero in piedi sull’alta torre di guardia della città Lame di Neve con raffiche di vento che arrivavano da tutte le direzioni a gonfiare le mie vesti. Chiesi a mio padre l’imperatore: “Padre, verremo uccisi?” Mio padre non mi rispose, ma con un viso freddo e severo, e con estremo orgoglio scosse leggermente il capo. I suoi movimenti erano lenti ma la sua posizione era ferma, come il ghiaccio più fermo della Montagna Sacra di Huanxue.
Io e il mio fratellino scortati da 40 stregoni uscimmo dalla città. Ricordo che mentre me ne stavo andando mi voltai e vidi la città di Lame di Neve sempre più piccola man mano che mi allontanavo. Tutto d’un tratto le lacrime cominciarono a scendere, e mentre le lacrime scendevano sentii un grido acuto di dolore tagliare il cielo vuoto e pallido sopra il regno di Huanxue. Sapevo che quello era il grido di dolore dell’unicorno di mia sorella. Il mio fratellino era avvolto nel mantello della volpe delle nevi e guardandomi mi chiese sottovoce: “Fratello, ci uccideranno?” Io guardai i suoi occhi, lo abbracciai stretto, e gli dissi: “Impossibile, siamo le più potenti e formidabili divinità di tutto il mondo.”
I 40 stregoni che scortavano me e Shi[3] vennero tutti uccisi non appena lasciammo la città. Dalla carrozza continuavo a vedere i cadaveri dei nostri stregoni e degli elfi del clan del Fuoco distesi sui due lati della strada. Tra di loro vidi anche Jiquan che era cresciuta con me nella Foresta di Nebbia e di Neve. Era una ragazzina così carina. Era nata col dono della forza ma era morta lo stesso. Morì inchiodata sulla scogliera nera trafitta al petto da una alabarda rossa a tre punte. Il vento le muoveva i suoi lunghi capelli argentei e la sua magica divisa bianca, che svolazzando sinuosa sembrava le facesse seguire dei passi di danza. Ricordo che mentre la carrozza attraversava la scogliera non smisi di guardarla e attraverso le sue bianche pupille cristalline la sentii dirmi alcune parole, mi disse: “Ka Suo, mio amato principe, devi vivere con tutte le tue forze.”
Ricordo, infine, che l’ultimo stregone che ci lasciò fu Ketuo, la guardia più vicina a mio padre. Quando io e il mio fratellino scendemmo dalla carrozza, anche l’unicorno che ci aveva guidati morì. Ketuo inginocchiato a terra mi carezzò il viso ed indicando davanti a me l’orizzonte mi disse: “Ka Suo, mio amato principe, davanti a te si trova l’ingresso al mondo mortale, non potrò più proteggerti.” Mi sorrise dolcemente, e il suo viso giovane e aggraziato venne ricoperto dai fiocchi di neve che cominciarono a cadere. Ho visto il suo sangue di color bianco uscire dalla ferita della spada sul suo petto, e goccia a goccia cadere sul terreno nero spargendosi ovunque. Quando la sua vista cominciò ad offuscarsi, le sue ultime parole ripetevano il mio nome: “Ka Suo… Ka Suo… futuro re. Devi vivere con tutte le tue forze, mio amato principe. Ka Suo…”
Abbracciai Ying Kongshi in piedi sul terreno innevato quando all’improvviso provai una paura mai sentita. Shi mi prese il viso tra le mani e mi chiese: “Fratello, ci uccideranno?” Guardai il giovane volto di Shi e gli dissi: “Impossibile, Shi, il tuo fratellone ti proteggerà. Vivrai per sempre e diventerai il futuro re.”
[1] Popo -> nonna
[2] Huanxue -> neve illusoria
[3] Shi -> abbreviazione del nome del fratellino di Ka Suo, Ying Kongshi. I cinesi per abbreviare i nomi prendono la sillaba finale del nome, in questo caso Shi di Kong-shi
Questa è la mia personale traduzione del primo capitolo dell’opera di Guo Jingming. Spero sia piaciuta 🙂
Attendo i vostri commenti qui sotto!
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